Con l’ultima missione in Tunisia è stata portata a conclusione una importante fase del progetto MIAREM: quella della individuazione del sito in cui effettuare le attività di ripristino con Posidonia oceanica prevista nella proposta progettuale.
Questo lavoro ha avuto avvio nella primavera 2022 con lo studio di una cospicua porzione di costa tunisina, da Bizerte a Monastir, mediante degli studi preliminari effettuati dai partner tunisini sulla base della ricerca bibliografica e l’analisi di immagini satellitari. Tali studi hanno consentito l’individuazione di una serie di potenziali aree di impianto, alcune già indagate dall’estate all’autunno del 2022.
Il raggiungimento dell’obiettivo è stato possibile grazie alla cooperazione e allo sforzo congiunto del partenariato di progetto, con il sostegno fondamentale dei partner tunisini, dell’autorità di gestione e degli altri enti tunisini che hanno offerto la loro collaborazione e contributo.
Tra questi, un ringraziamento particolare va all’Istituto Nazionale per le Scienze e le Tecnologie del Mare (INSTM) della Tunisia che ha partecipato con i propri operatori (pilota ROV e subacquei) e ha messo a disposizione l’utilizzo del veicolo subacqueo H300 ECA con il quale sono state effettuate le indagini visive nei punti che il partenariato di progetto aveva proposto come possibili.
Partner ed attrezzature sono state imbarcate sulla nave Amilcar dell’Istituto di formazione per la pesca professionale di Madhia, che ha ospitato tutti i partecipanti e consentito di effettuare l’intera attività in mare.
In seguito agli approfondimenti effettuati è stata progettata e pianificata una campagna di ispezioni visive tramite veicolo subacqueo, necessaria per confermare la mole di informazioni acquisite nel corso del progetto.
Le esplorazioni effettuate con il ROV lungo la costa prospiciente Monastir hanno consentito di concludere il lavoro di individuazione del sito dove effettuare il reimpianto con Posidonia oceanica.
Nello specifico sono stati effettuati dei video subacquei con il ROV lungo diversi transetti che hanno consentito di caratterizzare i fondali investigati individuando l’area idonea per le attività di progetto.
Tale area, creatasi a seguito della movimentazione di sedimenti a ridosso della linea di costa effettuata nel corso degli anni passati e che hanno determinato la regressione di una porzione della prateria, si trova ad una profondità di circa 8/9 metri ed è caratterizzata da un’ampia zona di sabbia, colonizzata in parte da Cymodocea nodosa, e da un ridotto idrodinamismo. Le indagini hanno consentito inoltre di stimare la sua estensione superficiale quantificata intorno ai 6.000 mq, utili ad ospitare le attività di riforestazione e la posa dei massi a protezione della nuova prateria la cui estensione prevista sarà di circa 1000mq.
Sempre nello stesso sito il partenariato di progetto ha deciso di installare inoltre un più piccolo impianto sperimentale che prevederà l’uso di supporti realizzati in materiale vegetale locale (Stipa tenacissima) ampiamente utilizzata in quest’area della Tunisia per la realizzazione di diversi manufatti artigianali, al fine di valutarne la utilizzabilità quali supporti ecosostenibili per tale tipologia di intervento.
Con la conclusione di questa fase si entra quindi nel core del progetto che si prevede di portare a compimento entro le prime settimane dell’estate 2023 con la materiale realizzazione del trapianto delle talee di Posidonia oceanica che verranno prelevate da una prateria donatrice e collocate in quella da ricostruire.